Vademecum: Safeguarding nello Sport
A cura di Consulenti dello Sport (www.consulentidellosport.info)
Cos’è il Safeguarding nello sport?
Il Safeguarding nello sport è un processo volto a proteggere gli atleti, in particolare i minori, da ogni forma di abuso, violenza e discriminazione. Mira a garantire un ambiente sicuro e rispettoso per tutti i partecipanti alle attività sportive.
Quali sono gli obiettivi del Safeguarding?
Prevenzione: Evitare che si verifichino episodi di abuso, violenza e discriminazione.
Tutela: Garantire un ambiente sicuro e accogliente per tutti gli atleti.
Contrasto: Intervenire tempestivamente in caso di segnalazioni e adottare le misure necessarie.
Sensibilizzazione: Promuovere una cultura dello sport basata sul rispetto e la tutela dei diritti.
Chi è obbligato ad adottare misure di Safeguarding?
Tutti gli enti sportivi, inclusi Federazioni Sportive Nazionali (FSN), Enti di Promozione Sportiva (EPS), Discipline Sportive Associate (DSA) e Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche (ASD/SSD), devono adottare misure di Safeguarding per prevenire abusi e discriminazioni.
Cosa prevede la normativa sul Safeguarding per le ASD/SSD?
La normativa vigente ha imposto a società ed associazioni sportive dilettantistiche di dotarsi:
entro il 31 agosto 2024
- di modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva (detti MOCAS);
- di codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra forma di discriminazione per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale. Questi documenti devono essere redatti sulla scorta delle Linee Guida adottate dagli organismi cui le ASD/SSD sono affiliate.
entro il 31 dicembre 2024
di un responsabile del Safeguarding, dedicato alla tutela degli atleti attraverso una delibera del Consiglio direttivo o dell’Assemblea.
Una volta adottati i MOCAS e i Codici di condotta, cosa deve fare l’ASD/SSD?
L’ASD/SSD deve comunicare l’adozione dei MOCAS e del Codice di condotta:
- a tutti gli Enti di affiliazione, solitamente via e-mail. In caso di pluriaffiliazione il sodalizio deve scegliere l’organismo affiliante di riferimento per la politica di safeguarding e comunicarlo agli altri organismi sportivi affilianti.
- ai soci/ tesserati, e a tutti coloro che a qualsiasi titolo collaborano col sodalizio attraverso l’affissione nella sede legale e nella sede operativa la pubblicazione nell’home page del sito internet, se esistente, o sui propri social o via e-mail.
- Occorrerà inoltre provvedere alla pubblicazione sul sito web del sodalizio, se esistente, della suddetta documentazione in una sezione dedicata, denominata preferibilmente “Safeguarding”
Una volta nominato il responsabile del Safeguarding, cosa deve fare l’ASD/SSD?
Una volta nominato il responsabile, occorrerà comunicare l’avvenuta nomina e i suoi contatti (si consiglia di creare un indirizzo e-mail ad hoc):
- a tutti gli Enti di affiliazione, solitamente via e-mail ;
- ai soci/ tesserati, attraverso l’affissione nella sede legale e nella sede operativa la pubblicazione nell’home page del sito internet, se esistente, o sui propri social o via e-mail;
- Occorrerà inoltre provvedere alla pubblicazione sul sito web del sodalizio, se esistente, della suddetta nomina in una sezione dedicata, denominata preferibilmente “Safeguarding”.
Chi è il Responsabile del Safeguarding?
Il Responsabile del Safeguarding è la figura di riferimento all’interno dell’ente sportivo. È responsabile della gestione delle segnalazioni di abuso, dell’attivazione delle procedure necessarie e del supporto agli atleti.
Deve possedere competenze specifiche in ambito educativo, psicologico e legale. Capacità di Comunicazione, Sensibilità Etica.
Deve agire in modo indipendente e autonomo cioè deve essere libero da conflitti d’interesse e avere la capacità di agire nel migliore interesse dei minori e dei tesserati in genere.
Può essere un soggetto interno o esterno all’associazione (es. un socio, un socio volontario) o un esterno, l’importante è che non sia in posizione di potenziale conflitto d’interesse nel momento in ci si trovi a gestire una segnalazione di abuso.
Non deve essere obbligatoriamente tesserato.
Attenzione! Questa figura è richiesta sempre, anche nelle ASD/SSD in cui non siano presenti minori.
Quali sono le condotte che possono interessare gli interventi del Responsabile del Safeguarding?
In via esemplificativa e non esaustiva: l’abuso psicologico, l’abuso fisico, la molestia sessuale, l’abuso sessuale, la negligenza, l’incuria, l’abuso di matrice religiosa, il bullismo, il cyberbullismo, i comportamenti discriminatori circa la razza, religione, credo religioso, origine etnica, caratteristiche fisiche, genere, orientamento sessuale, disabilità, età, status socioeconomico, capacità atletiche.
Cosa deve fare il responsabile del Safeguarding ?
Sviluppare nell’associazione procedure per la protezione dei minori e dei tesserati in genere.
Monitorare costantemente l’applicazione e l’efficacia delle politiche di safeguarding, suggerendo eventuali miglioramenti
Ricevere tutte le segnalazioni di abuso
Valutare le segnalazioni attentamente per determinarne la gravità
Segnalare alle autorità competenti (sportive e, nel caso di abusi gravi, anche statali)
Operare con riservatezza, con attenzione alla privacy e supportare le vittime
Quali sono le procedure da seguire in caso di segnalazione di abuso?
In caso di segnalazione, il Referente Safeguarding deve attivare immediatamente le procedure previste dall’ente, garantendo la protezione dell’atleta coinvolto e collaborando con le autorità competenti per un’indagine tempestiva.
Quali sono le conseguenze per gli enti sportivi che non rispettano le norme di Safeguarding?
Gli enti sportivi che non rispettano le norme di Safeguarding possono essere sanzionati dagli organi di giustizia sportiva, con conseguenze sull’attività svolta e sulla reputazione.
LINK di INTERESSE
FIDAL.IT – Safeguarding Policy